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Differenze tra partenariato e franchising

Nel precedente articolo, abbiamo fatto presente che, tra i vari elementi che caratterizzano il partenariato, alcuni possono essere considerati comuni ad altre forme di commercio a rete, in primis il franchising, ma alcuni sono effettivamente tipici e caratteristici.

La gestione partecipativa”. È noto che il franchising, per come ci giunge dalla definizione legale, prevede che il franchisor sia il detentore del proprio know-how ed è proprio sul passaggio del “saper fare” all’affiliato che si fonda il successo di chi aderisce alla rete e della rete stessa, tanto che la normativa italiana lo definisce “indispensabile” per la formula. Anche nel partenariato, come da definizione, esiste un partner principale che “dietro compensazione finanziaria diretta o indiretta accorda al partner indipendente il diritto di utilizzare i suoi elementi di proprietà intellettuale, la sua esperienza e le sue conoscenze”, ma si prevede anche esplicitamente che “i partner collaborino allo scopo di uno sviluppo reciproco ed equilibrato”, quindi il focus è meno incentrato sul “diritto di utilizzare i suoi elementi di proprietà intellettuale, la sua esperienza e le sue conoscenze”.

Decisioni assunte democraticamente”. È la conseguenza della gestione partecipativa: ogni partner indipendente deve essere coinvolto concretamente alle decisioni della rete. Il presupposto è che il partner indipendente sia maggiormente responsabilizzato. La condizione essenziale per ottenere tale risultato è il “consiglio di consultazione”.
Ovvero, un organo che deve rappresentare la rete nel suo insieme e in forma unica. I membri di tale organismo saranno tutti gli aderenti alla rete e un rappresentante della stessa. La costituzione di tale organismo può essere scelta utilizzando strumenti messi a disposizione dalla legislazione o potranno essere più informali, ma, comunque, ufficiali e con validità delle decisioni assunte. Nel partenariato il ruolo del consiglio di consultazione è fondamentale ed il suo campo di azione è molto vasto.

Si ringraziano nuovamente per la collaborazione, il Dott. Mirco Comparini e Iref Italia.

Il partenariato, questo sconosciuto (in Italia)

Possiamo sintetizzare sostenendo che con il partenariato si modificano i sistemi di comunicazione, collaborazione e gestione della rete con l’apporto di tutti i componenti della rete stessa. Rimandiamo al precedente articolo “Franchising vs Paternariato” per la definizione esatta.

Il paternariato è una tecnica di sviluppo e di gestione, ovvero, come tutte le forme di distribuzione, richiede una presenza reticolare sul territorio, ma con modalità di sviluppo e di gestione che portino ad una relazione equilibrata tra tutti i partecipanti.
È uno scambio di conoscenze e di esperienze, infatti, in una franchise, il franchisor (dietro corrispettivo) offre agli affiliati un know-how uniforme e soggetto a segretezza che egli si impegna ad applicare alla lettera: si tratta di una comunicazione di tipo verticale, anche se è opportuno ricordare che il bravo franchisor è colui che sa riconoscere e fare tesoro anche degli elementi di miglioramento e aggiornamento al “saper fare” della rete.

Il partenariato si fonda sullo scambio di conoscenze e di esperienze dove ogni partner indipendente si arricchisce e diventa parte stessa ed essenziale di know-how espressamente e palesemente noto e comune a tutti. Si pone l’accento su una comunicazione incrociata e bidirezionale.

Richiede una formula concettualizzata. Ad un primo impatto, potremmo confondere tale caratteristica con il classico e conosciuto manuale operativo presente nel franchising. La concettualizzazione della formula deve essere intesa come la predisposizione di tutti quegli elementi chiave necessari a supportare l’obiettivo principale dato dallo scambio di esperienze e conoscenze tra i membri della rete.

Conduce ad uno sviluppo reciproco. Riunendo tutti gli elementi presenti nella definizione, si giunge alla situazione ideale nella quale ciascun membro della rete, con le sue esperienze sia negative, sia positive, contribuisce all’arricchimento e alla crescita delle conoscenze degli altri e della formula iniziale, giungendo alla così detta “fertilizzazione incrociata”, cioè il contributo di ogni componente a rendere “fertile” il terreno dello scambio e della crescita.

Nel prossimo articolo analizzeremo le principali differenze con il Franchising.

PS: vi aspetto dal 9 al 12 a Milano al Salone Internazionale del Franchising

Franchising vs Paternariato

Breve introduzione al partenariato, una formula commerciale a rete ancora poco nota in Italia, ma che ha preso piede in diversi paesi europei. Soprattutto in Francia.

Articolo in collaborazione con il Dott. Mirco Comparini e Iref Italia.

Il mondo delle reti commerciali è in continua evoluzione, sia in Italia, sia all’estero, in una costante ricerca di adattamento a formule innovative, efficaci e snelle che consentano uno sviluppo, ma anche una stabilità, nei sempre più difficili e turbolenti mercati.

In altri paesi, tale concetto è stato appreso da tempo e le reti commerciali sono riuscite a creare forme di distribuzione adattate alle esigenze degli operatori professionali desiderosi di confrontare le loro conoscenze e le loro esperienze con altri. Tra queste c’è anche il partenariato, che in Italia ancora pochi conoscono.
Alcuni aspetti del partenariato sono riconducibili e presenti in altre formule, come il franchising, ma questa formula è dotata anche di caratteristiche proprie che in alcuni paesi europei, la Francia prima di tutto, le stanno attribuendo un buon successo.
Questa è la conseguenza di un fondamentale equivoco che, nel tempo, è stato trasferito nel nostro paese parlando della legge francese (Loi Dubin) come “normativa sul franchising” per quella nazione. Al contrario, la Loi Dubin, non si applica solo al franchising, ma riguarda l’insieme delle reti del commercio organizzato.

Senza poter entrare nei dettagli, la legge francese non cita mai, contrariamente alla nostra normativa, il know how.

Infatti, l’elemento più importante che differenzia il partenariato rispetto al franchising è il fatto che prevede la rimozione dell’obbligo di presenza e di trasferimento del know how, che nella legge italiana è invece uno dei requisiti normativi essenziali per poter essere in presenza di rapporto di franchising, ma anche uno dei requisiti normativi più difficilmente definibili del rapporto stesso.

Il paternariato è una tecnica di sviluppo e di gestione che unisce dei partners per un accordo di interesse comune in ragione del quale essi si impegnano a cooperare stabilmente condividendo le loro conoscenze e le loro reciproche esperienze. Il partner principale accorda al partner indipendente, in cambio di una compensazione finanziaria diretta o indiretta, il diritto di utilizzare i suoi elementi di proprietà intellettuale, la sua esperienza e le sue conoscenze, allo scopo di commercializzare i prodotti e/o i servizi della formula che egli ha ideato e precedentemente messo a punto. I partners opereranno in comune durante tutta la durata del contratto, allo scopo di uno sviluppo reciproco ed equilibrato, in uno spirito di partenariato, senza qualsiasi manifestazione gerarchica, pur mantenendo l’identità e la reputazione della rete. (definizione ufficiale a cura di Iref Italia)

Nei prossimi articoli, analizzeremo meglio il paternariato e le maggiori differenze col franchising.